Il 19 dicembre 2011 finiva la carriera calcistica di Cristiano Doni, quando la polizia fece visita alla sua casa bergamasca per arrestarlo nell’ambito dell’inchiesta Calcioscommesse. Ad oggi c’è la sensazione che, a pagare, sia stata solamente una parte degli attori che facevano parte di quel grande sistema messo in atto per truccare i risultati delle partite, con il giocatore dell’Atalanta che venne arrestato e condannato a 3 anni e 6 mesi di squalifica assieme a colleghi come Marco Paoloni, Thomas Manfredini, Vincenzo Sommese e ad altri esponenti legati al mondo del calcio o ex calciatori come Giuseppe Signori e Mauro Bressan. A distanza di dieci anni la vita di Doni non è poi cambiata così tanto se non per il secondo figlio avuto dalla moglie Ingrid subito dopo il caos calcioscommesse. Nel 2012 parecchie voci davano il trequartista romano in fuga verso Maiorca (dove aveva giocato per una stagione) per lasciarsi alle spalle lo scandalo che l’aveva investito, ma in realtà, nell’isola delle Baleari, Cristiano ha aperto solamente un chiringuito con pizzeria sulla spiaggia assieme a un socio e si trasferiva lì nei mesi estivi, mentre il suo quartier generale rimaneva e rimane tuttora Bergamo. Oggi, oltre al bar a Maiorca, possiede anche alcune attività commerciali a Bergamo, tra le quali un ristorante in centro, e lavora come scout per una società che si occupa di scoprire giovani promesse nell’ambito calcistico.