C’è una nuova coppia, la moda e il metaverso. Un duo che suona già cool. Il metaverso è infatti visto come la fase successiva di Internet, quella che cambierà le nostre vite molto più radicalmente del World Wide Web. Entrando in modo capillare nella vita di tutti ne coinvolgerà ogni aspetto.
Il metaverso, come spiega l’imprenditore visionario Daniele Marinelli sul proprio blog, dove si occupa del suo progetto Umetaworld, influenza già la moda digitale, i social media, la realtà virtuale, la realtà aumentata, i negozi virtuali, i videogiochi e i token non fungibili (NFT), e molti marchi avevano iniziato a studiare i parametri del metaverso prima che il termine finisse sulla bocca di tutti. La moda si sta progressivamente avvicinando al metaverso, sono stati già creati store virtuali e molti clienti (generalmente della Gen Z) trascorrono molto del loro tempo giocando, socializzando e facendo acquisti lì. Comprendere dunque il suo potenziale è fondamentale. La moda nel metaverso ha il suo perché solo che al momento è poco tangibile ai non addetti ai lavori. Chi è al di fuori di queste logiche potrebbe chiedersi: qual è il senso dei vestiti digitali?
Qualcuno potrebbe, spiega Daniele Marinelli, obiettare in risposta, che senso hanno i vestiti fisici? In generale, tutto ciò che indossiamo è andato ben oltre la capacità essenziale dell’abbigliamento. La moda è uno status e una rappresentazione, è il modo in cui vogliamo mostrarci agli altri. Nessuno ha bisogno di una sciarpa da 200 euro o di uno smartwatch da 500. Gli accessori e l’abbigliamento molto spesso riguardano sostanzialmente la personalizzazione del nostro aspetto nel mondo fisico. Quindi, perché l’abbigliamento digitale dovrebbe essere trattato in modo diverso?
In poche parole questi vestiti in realtà non esistono e sono semplicemente composti da pixel anziché da fibre materiali. L’abbigliamento digitale contiene tutto ciò che associamo alla moda tradizionale. Semplicemente non possiamo toccarli. Tuttavia, nel metaverso si indossano questi abiti, per esempio per vestire gli avatar nei giochi che sfruttano la realtà virtuale o la realtà aumentata.